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Le FAQ di CPI


CASAPOUND ITALIA
F.A.Q.

Ovvero le Frequently Asked Questions, “domande [più o meno in malafede] poste frequentemente” sul nostro movimento.

Che cos’è CasaPound Italia?

CPI è una associazione di promozione sociale regolarmente costituita e riconosciuta. E’ un movimento politico che opera per un’altra politica. I suoi militanti sono in larga parte giovani, le sue attività sotto la luce del sole. Cpi è uno slancio sociale, una speranza di riscossa, un’avanguardia del pensiero. E’ lo scudo e la spada di un popolo tradito, umiliato, venduto e che da solo continua a tradire se stesso. E’ arte, cultura, impegno sociale – in una parola: vita – in un mondo agonizzante e plastificato.

Che legame ha il Blocco Studentesco con CPI?

Bocco Studentesco è il movimento studentesco di CPI organizzato nelle scuole. BS e CPI sono la stessa cosa.

Di cosa si occupa CPI?

Di politica. Ovvero del bene della polis. Cioè di dare speranza, dignità, forza e volontà a un popolo estenuato ed esangue. CPI agisce nella società circostante con una sola volontà che si esprime in mille voci: mostre, conferenze, gruppi di studio, sperimentazioni artistiche, concerti, birrerie, comunità giovanili, palestre, volontariato, sindacalismo, provocazioni mediatiche. E anche elezioni. Se e quando occorre. Se e quando c’è spazio di manovra al di là delle consuete cosche affaristiche. Quindi molto di rado.

CPI è un partito?

Assolutamente no. CPI è trasversale, libera e creativa. CPI ha militanti e programmi, ha carica ideale e non dà speranze di carriera. Quindi non può essere un partito. Ciò non significa che non faccia politica. Ritenere che solo un partito possa fare politica significa avere una visione idealizzata, ottocentesca, superficiale delle dinamiche politiche contemporanee.

Che rapporti ha CPI con i vari partiti della cosiddetta “destra radicale”?

CPI è esterna e autonoma rispetto ad ogni realtà partitica. Forte di questa autonomia può dialogare e collaborare alla pari con ogni partito che desideri avviare un confronto onesto, sia tale partito interno o esterno alla “destra radicale”.

CPI è un movimento extraparlamentare?

Assolutamente no. CPI ha militanti, sostenitori e amici che operano nella politica istituzionale, nell’ufficialità culturale, nelle associazioni che determinano la vita sociale della nazione. Non è un gruppo di reietti sediziosi, di pazzi terroristi, di teste calde in cerca di bravate. Il velleitarismo ribellistico estremista non ci interessa, non ci attrae, non ci piace. Noi vogliamo essere protagonisti del nostro tempo, non comparse in uno spettacolo il cui copione sia stato già scritto assegnando a noi la parte dei cattivi, degli eversivi, degli invasati, dei fanatici. Non faremo questo piacere ai nostri nemici. Non ci rintaneremo negli scantinati a tramare oscuramente. Accusato di complottare nell’ombra contro un regime di cui invece era nemico schietto e solare, il Comandante d’Annunzio rispose: “Ardisco, non ordisco”. E’ il nostro stesso spirito.

CPI è un movimento xenofobo?

Assolutamente no. Le fobie, per loro natura, sono il prodotto di cervelli molli e cuori tiepidi. CPI vuole compiere analisi e formulare soluzioni, non fomentare ossessioni. Analisi radicali e non conformi, senza però invocare la “via più semplice” e cercare i capri espiatori. Non ci interessano le guerre fra deboli e i timori/tremori borghesi. Ciò non significa che la condanna di CPI nei confronti del fenomeno dell’immigrazione di massa, della società multirazzista, delle oligarchie che su di essa lucrano, delle lobby sociali, politiche e culturali che la favoriscono sia meno netta. L’immigrazione di massa è un coltello che taglia da entrambi i lati, che sradica e umilia tanto l’ospite che l’ospitante. Ma riconoscere tutto ciò e attuare di conseguenza una politica di preferenza nazionale e di respiro identitario, non significa essere xenofobi. Significa riconoscere un dato elementare della politica: lo Stato, se è tale, non deve mai dimenticarsi dei propri figli.

CPI è un movimento antisemita?

Assolutamente no. CPI rifiuta le paranoie. Ma, allo stesso tempo, non sopporta neanche i ricatti. CPI difende allora il suo diritto di criticare ogni governo e ogni minoranza organizzata in base al loro operato concreto, senza pregiudizi di sorta, positivi o negativi.

CPI è un movimento omofobo?

Il fatto che due esseri dello stesso sesso si amino e desiderino vivere liberamente la loro sessualità non ci turba minimamente. Certo, non tutti vivono tale condizione con equilibrio e buon gusto, ma questo vale anche per troppe coppie etero e comunque il buon gusto fa parte dello stile, non può certo essere imposto per legge. Allo stesso modo non vediamo il problema nel fatto che tali unioni abbiano un riconoscimento di tipo civile e amministrativo, con l’attribuzione di determinati diritti e doveri alla coppia. Siamo invece del tutto contrari ad ogni ipotesi di adozione di bambini a coppie gay.

Nell’ideologia di CPI è presente l’odio per il diverso?

Noi ci battiamo per un mondo plurale ed in cui le differenze, sotto qualsiasi forma, siano tutelate e incrementate. Vogliamo un mondo con popoli diversi, lingue diverse, culture diverse, religioni diverse, alimenti diversi. Vogliamo un confronto tra forme di esistenza differenti che non degeneri mai nella confusione e nello sfiguramento delle reciproche identità. Chi ci accusa di “odiare il diverso”, quindi, sta semplicemente riciclando uno stereotipo giornalistico che esprime ciò che vorrebbe denunciare: pura e semplice ignoranza. Il nostro nemico è un pensiero che da duemila anni impone eguaglianza e livellamento, è il mondo a una dimensione, è l’omologazione globale, sono le monoculture della mente, i loghi onnipresenti e il cosmopolitismo progressista. E’ tutto ciò che esprime il vero e unico “odio per il diverso”.

CPI è un movimento cattolico?

CPI è un movimento laico e non confessionale. Rispetta ogni credo e ogni via d’accesso al sacro come percorso individuale. Da un punto di vista più politico diciamo invece che un cattolico (così come un pagano, un musulmano, un buddista o anche un ateo) può aderire a CPI se ne condivide programmi, idee, stili, linguaggi. Un cattolico non può invece aderire a CPI se crede di poter perseguire sotto le nostre insegne una politica di stampo confessionale, clericale, reazionario o neoguelfo. Su questi punti nessuna deviazione dalla linea già tracciata sarà tollerata.

CPI è un movimento violento?

CPI fa politica, non teppismo. Non è interessata a mostrare i muscoli. Vuole la forza tranquilla. Ma allo stesso tempo non può permettere che chicchessia ne contesti la legittimità ad agire e a esistere. Noi vogliamo il confronto, ma non rifiutiamo lo scontro, se questo ci viene imposto e se ne va della nostra sopravvivenza politica e fisica.

Ci sono donne in CPI? Se sì che ruolo hanno nell’organizzazione?

Ci sono molte donne in CPI e sono inquadrate nel coordinamento DeA (Donne e Azione). Le nostre ragazze sono sempre in prima linea in ogni azione, dando ogni volta un fondamentale contributo. Nell’articolazione dei singoli ruoli da attribuire in base al genere, CPI rifiuta sia la confusione che la sottomissione. L’umiliazione della donna è tipica del mondo contemporaneo, nei suoi due aspetti materialistico-consumista e fondamentalista-monoteista. Ciò che noi perseguiamo è invece l’organica complementarietà di uomo e donna, per una reale politica della differenza.

I ragazzi di CPI praticano la cinghiamattanza. Siete quindi belve assetate di sangue?

La cinghiamattanza – che tanto sonno ha fatto perdere a moralisti, bacchettoni, gazzettieri, sociologi da talk show – è uno “sport non conforme” la cui carica goliardica e vitalista può essere negata solo da chi sia in aperta malafede. La cinghiamattanza si pratica sempre e solo fra adulti consenzienti. Non è una “iniziazione”, non è un “addestramento”. E’ gioco e lotta e vita. Nessuno è obbligato, nessuno crede realmente di essere “casta guerriera” solo per il fatto di brandire ludicamente una cinta. E’ inoltre un momento di riappropriazione della corporeità. In un mondo che ha con il corpo un rapporto complessato, paranoico, decadente, in un mondo che ha prodotto anoressia, automutilazione, castrazione, stanchezza, a noi piace giocare riscoprendo la bellezza del corpo nel sudore, nell’allegria, nell’azione.

Ma, in due parole, cosa vuole CPI?

Riprendersi tutto.